La violenza sul luogo di lavoro è un rischio spesso sottovalutato, ma che può avere gravi conseguenze sulla sicurezza e il benessere dei lavoratori. Si tratta di un vero e proprio rischio psicosociale che deve essere valutato e gestito con la stessa attenzione dedicata agli altri pericoli per la salute e la sicurezza.
Cosa si intende per violenza sul lavoro?
Secondo la norma internazionale ISO 45003, la violenza sul luogo di lavoro rientra tra i fattori sociali di rischio ed è definita come “incidenti che mettono a rischio la salute, la sicurezza e il benessere dei lavoratori”. Questi episodi possono includere aggressioni fisiche, minacce, abusi verbali, molestie sessuali e persino discriminazioni di genere. La violenza può essere interna, tra colleghi, o esterna, da parte di clienti o fornitori.
Come valutare il rischio di violenza sul lavoro?
La valutazione del rischio di violenza segue un processo strutturato che comprende diverse fasi:
Misure organizzative per la prevenzione
Per contrastare il rischio di violenza o molestia, il datore di lavoro può adottare diverse strategie, come suggerito dall’INAIL:
L’importanza di un approccio psicosociale
Secondo INAIL, la valutazione dei rischi psicosociali deve considerare aspetti specifici, come:
La violenza sul luogo di lavoro non è un tema marginale. Riconoscerla e affrontarla con un approccio sistematico è essenziale per garantire un ambiente lavorativo sicuro e rispettoso. Ogni azienda, attraverso una valutazione adeguata e misure preventive, può fare la differenza nel tutelare i propri dipendenti e promuovere una cultura organizzativa che metta al centro il benessere delle persone.
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