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La violenza sul luogo di lavoro è un rischio spesso sottovalutato, ma che può avere gravi conseguenze sulla sicurezza e il benessere dei lavoratori. Si tratta di un vero e proprio rischio psicosociale che deve essere valutato e gestito con la stessa attenzione dedicata agli altri pericoli per la salute e la sicurezza.

Cosa si intende per violenza sul lavoro?

Secondo la norma internazionale ISO 45003, la violenza sul luogo di lavoro rientra tra i fattori sociali di rischio ed è definita come “incidenti che mettono a rischio la salute, la sicurezza e il benessere dei lavoratori”. Questi episodi possono includere aggressioni fisiche, minacce, abusi verbali, molestie sessuali e persino discriminazioni di genere. La violenza può essere interna, tra colleghi, o esterna, da parte di clienti o fornitori.

Come valutare il rischio di violenza sul lavoro?

La valutazione del rischio di violenza segue un processo strutturato che comprende diverse fasi:

  1. Identificazione dei pericoli: analizzare i fattori che possono portare a episodi di violenza, come dinamiche di gruppo o interazioni con il pubblico.
  2. Individuazione dei gruppi a rischio: considerare lavoratori particolarmente esposti, come quelli a contatto diretto con il pubblico.
  3. Analisi e valutazione dei rischi: utilizzare dati interni (questionari) ed esterni (statistiche nazionali ed europee) per misurare la probabilità e la gravità degli episodi.
  4. Pianificazione di misure preventive: adottare azioni concrete per ridurre il rischio, monitorando costantemente l’efficacia delle misure implementate.

Misure organizzative per la prevenzione

Per contrastare il rischio di violenza o molestia, il datore di lavoro può adottare diverse strategie, come suggerito dall’INAIL:

  • Formazione e sensibilizzazione: educare i dipendenti su temi come comunicazione non violenta, rispetto reciproco e legalità.
  • Cultura aziendale positiva: promuovere un ambiente di lavoro basato su valori come trasparenza, correttezza e dignità.
  • Intervento tempestivo: affrontare i conflitti sul nascere per prevenire l’escalation.
  • Codici di comportamento: definire chiaramente le regole etiche da rispettare in azienda.

L’importanza di un approccio psicosociale

Secondo INAIL, la valutazione dei rischi psicosociali deve considerare aspetti specifici, come:

  • Equilibrio vita-lavoro: turni eccessivi o mancanza di flessibilità possono aumentare il rischio.
  • Discriminazioni e molestie: analizzare episodi di violenza legati a fattori come genere, provenienza o tipologia contrattuale.
  • Supporto alle vittime: offrire assistenza psicologica a chi ha subito episodi di violenza per ridurre l’impatto emotivo e favorire il reinserimento nel contesto lavorativo.

La violenza sul luogo di lavoro non è un tema marginale. Riconoscerla e affrontarla con un approccio sistematico è essenziale per garantire un ambiente lavorativo sicuro e rispettoso. Ogni azienda, attraverso una valutazione adeguata e misure preventive, può fare la differenza nel tutelare i propri dipendenti e promuovere una cultura organizzativa che metta al centro il benessere delle persone.

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